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Spensierata-mente

Il Día de los Muertos raccontato da un messicano

Chi mi conosce sa perfettamente che se esiste una celebrazione che vorrei vivere in prima persona, è proprio il Día de los Muertos in Messico.

I colori, la tradizione e il significato che questa celebrazione porta con sé vanno oltre. Come si fa a non esserne affascinati o almeno curiosi a riguardo? Chi è che vedendo un volto truccato da calavera messicana non è rimasto ammaliato?

Inoltre, è solamente una delle festività più famose in tutto il mondo, e lo è a tal punto da essere stata dichiarata nel 2008 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

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Non vorrei essere scontata o banale, ma mentre mi ritrovo qui, a raccontare ciò che vorrei vedere con i miei occhi, ho la memoria piena di Messico, piena di quei posti meravigliosi che sono riuscita a vedere.
Pochi. Pochissimi, se messi a confronto con tutto quello che vorrei scoprire di questo meraviglioso paese.

Come per il saluto thai, anche in questa occasione ho deciso di affidare il racconto a una voce autorevole, quella di Juan, nato e cresciuto a Morelos, a sud di Città del Messico.

Nota non necessaria: va da sé che Coco ed El Dorado sono due dei miei cartoni animati preferiti.

Via!

1 – Qual è il significato del Día de los Muertos? Cosa si festeggia?

È una festività della durata di circa una settimana, durante la quale vengono ricordati i defunti che ci hanno lasciato. È un momento davvero particolare, fatto di armonia e solidarietà, durante il quale le famiglie si riuniscono per accogliere gli spiriti dei defunti che in occasione di questa festa tornano a far loro visita.
Gli spiriti sono accolti con gioia perché sono persone che in vita erano a noi care e non spiriti dai quali fuggire… Per questo non c’entra nulla con Halloween!

2 – Ci sono preparativi particolari? Come affrontate la festività?

Assolutamente sì! Prima della giornata clou della festa, ci si prepara per accogliere i defunti che in quei giorni vengono a far visita dal mondo dei morti.
In giro per la città vengono allestiti dei piccoli mercatini e all’interno dei cimiteri le lapidi vengono adornate con fiori, candele e oggetti cari al defunto. Il papel picado è uno dei simboli più noti, carta velina ritagliata con disegni di scheletri e simboleggia il vento. Di solito è di due colori diversi che rappresentano la vita e la morte.

In casa non deve mai mancare l’ofrenda.
L’ofrenda è un tavolo apparecchiato e addobbato con oggetti legati al defunto, ognuno dei quali ha un preciso significato. Non mancano mai i teschi fatti di zucchero, ricordi personali del defunto e una sua foto, che serve per permettergli il passaggio dal mondo dei morti a quello dei vivi (Come Coco insegna).
Inoltre, fanno parte dell’ofrenda i fiori (cempasúchil), incensi e candele, perché con la loro luce e i loro profumi possano guidare gli spiriti e illuminare il loro cammino.

Ah! Ovviamente non può mancare il pan de muertos!

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3 – Chi è la Catrina?

La Calavera Catrina è un personaggio inventato! Nato dalla matita di un fumettista (Posada) che inizialmente l’aveva chiamata Calavera Garbancera, una parola che veniva utilizzata per criticare e prendere in giro gli indigeni che si atteggiavano a europei.

“Il Dia de los Muertos per me è un giorno di emozioni contrastanti.”

4 – Come mai la festa dura più giorni?

Ognuno dei giorni è dedicato a diversi defunti, anche se negli ultimi anni si è ridotto tutto ai primi due giorni di novembre. Il 28 ottobre è il giorno dedicato alle persone che sono mancate per morte violenta o incidente, il 1 novembre è una giornata molto sentita perché dedicata ai bambini defunti. Il 2 di novembre è il Dià de Muertos, di tutti coloro che sono mancati. Durante questa giornata è usanza andare al cimitero per visitare le tombe e portare ai defunti quanto preparato e posto sulla ofrenda.

5 – Vista da fuori sembra una vera propria festa, eppure è legata a un tema molto delicato e personale… Tu come lo vivi? Qual è lo spirito comune?

È un giorno che possiamo definire triste, ciononostante cerchiamo di trarne il positivo. I nostri cari tornano a farci visita e questo per noi è motivo di grande gioia! Viviamo emozioni contrastanti tra loro.
Per me il 2 novembre è la giornata più triste di tutte, perché è quella in cui i nostri cari tornano nel mondo dei defunti per non tornare fino all’anno successivo.

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Le domande per Juan sono finite, spero di essere riuscita anche solo in parte a farvi arrivare qualcosa. Una sensazione di nostalgia o semplicemente uno spunto di riflessione.

Quello che io non riesco a fare davanti a queste parole è rimanere indifferente. Il rispetto per i defunti, il modo per ricordarli durante il Dia de los Muertos, la celebrazione della vita nonostante sia consciamente un momento di passaggio.

…Soprattutto l’idea, un domani, di poterci ricongiungere con le persone a noi care e la speranza di abbracciarle di nuovo. Quella, amici, quella non ha prezzo.

Spero vi sia davvero piaciuto questo articolo, se così fosse fatecelo sapere con un commento e saremo contente di continuare a farlo!

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